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L’influenza dell’acidificazione oceanica sulle nostre vite

Nel mio percorso di studi spesso mi è stata impartita una lezione che inizialmente trovavo incoerente con quello che un biologo marino deve essere.  Gli insegnanti dicevano che per arginare le problematiche ambientali non basta solo la conoscenza attuata da pochi, ma è necessario l’aiuto della collettività. E si può attirare l’attenzione della collettività solo se si riesce a far capire che un danno all’ambiente reca anche un danno all’uomo (meglio se di natura economica).

Non riuscivo proprio a concepire il fatto che la sopravvivenza ambientale dipendesse da quanto gli scienziati siano convincenti su tematiche che vanno ben oltre la cura del nostro pianeta. Eppure, con gli anni, mi sono accorta che l’essere umano solo raramente è spinto da un atto puro di benevolenza ambientale, ma la tutela della natura spesso avviene quando è possibile generare un tornaconto economico.

Oggi cercherò di convincervi che gli effetti del cambiamento climatico sugli oceani hanno anche conseguenze sulla nostra vita quotidiana. Come prima tappa di questo percorso consideriamo il caso dell’acidificazione degli oceani.

I processi chimici che degradano le barriere coralline: influenza dell’acidificazione oceanica

Il fenomeno dell’acidificazione deriva da un eccesso di CO2 atmosferica, che venendo assorbita dall’Oceano porta ad uno squilibrio degli ioni carbonato presenti, legandoli a sé. Il carbonato in Oceano è fondamentale per gli organismi calcificanti (composti di carbonato di calcio).

Legandosi alla CO2, il carbonato non è più disponibile per formare carbonato di calcio e quindi inizia quello che viene chiamato processo di decalcificazione (come possiamo vedere nell’immagine in cui vengono raffigurati dei foraminiferi, piccoli organismi con guscio calcificato).

Alcuni esempi di organismi calcificanti carismatici e ospitanti un’elevata quantità di biodiversità, sono le barriere coralline. I coralli vengono colpiti fortemente dall’incremento della CO2 atmosferica anche se non tutti mostrano la medesima risposta. Con il processo di decalcificazione i coralli subiscono un lento scioglimento, deteriorandosi e portando al lento declino dell’intera biodiversità associata.

Le barriere coralline fortemente in salute invece, hanno un alto grado di biodiversità con la presenza di grandi elasmobranchi (come gli squali) e testudinati, che raggiungono i reef per nutrirsi della grande quantità di specie di organismi che qui vi abitano. Infatti molte possono essere le specie presenti nella barriera, in cerca di rifugio, di un luogo in cui deporre le uova, o semplicemente molte specie vi abitano assiduamente perché si nutrono degli stessi coralli e degli organismi ad essi associati.

L’impatto economico e ambientale dell’acidificazione

La degradazione degli habitat a ridosso delle barriere coralline, altamente complessi, conduce alla riduzione della biodiversità e di conseguenza alla riduzione del pescato, soprattutto locale. Questo perché le barriere coralline spesso si trovano a ridosso di isole con un’economia quasi assente se non per il turismo stagionale e per la pesca sulla barriera corallina. L’influenza dell’acidificazione dell’oceano assume quindi una grande rilevanza, non solo dal punto di vista evolutivo e biologico, ma anche dal punto di vista economico. Le barriere coralline, e soprattutto quelle del sud-est asiatico (il cosiddetto triangolo dei coralli, Malesia-Indonesia-Filippine) sono considerate il punto da cui le specie marine si sono evolute e poi disperse nel resto degli oceani. La “nostra” biodiversità dipende strettamente da quella presente in queste aree.

Se le barriere coralline, habitat “forti” dal punto di vista ecosistemico (per elevata biodiversità associata, resistenza e resilienza all’impatto), possono andare incontro ad un declino della biodiversità, cosa pensate possa accadere alla biodiversità del Mediterraneo?

Il caso del Mar Mediterraneo

Il Mar Mediterraneo, pur non avendo barriere coralline, viene ugualmente colpito dal processo di acidificazione. Vari studi mostrano, come bivalvi (mitili e ostriche), ma anche pesci (orate, sardine, acciughe), siano fortemente impattati dal processo di acidificazione soprattutto negli stadi giovanili. Per questo si ha una riduzione della crescita e nei mesi estivi, addirittura, si può avere la morte degli organismi per via dell’effetto combinato del riscaldamento dell’acqua e dell’acidificazione. Se questi possono essere gli effetti diretti del processo di acidificazione, dobbiamo considerare anche quelli indiretti:

  • Perdita di biodiversità (molte specie non sono in grado di reggere “la pressione” che le condizioni esterne gli impongono);
  • Perdita di habitat: molti habitat tra cui quelli calcificanti (i reef di molluschi costituiti da ostriche, vermetidi e mitili) e anche habitat costituiti da fanerogame marine (piante con fiori) soffrono l’aumento di CO2. Da ciò ne consegue la loro degradazione, riducendo anche la biodiversità ad essi associati;
  • Modifiche della rete trofica (detta comunemente catena alimentare) come conseguenza della mancanza di alcuni degli organismi che la compongono;
  • Invasione di specie aliene: gli organismi locali perduti, vengono rimpiazzati da specie esotiche accidentalmente o volutamente introdotte.

 

Questo ci rende più consapevoli che ciò che accade altrove, in realtà non è così distante dalla nostra vita quotidiana. Infatti, queste problematiche ne generano a catena altre tra cui la povertà, la fame, l’assenza di benessere, la disuguaglianza e l’assenza di dignità. Potrei stare qui ad elencarvi tantissimi dei risvolti etici di questo declino.

Io mi fermo qui però la questione rimane aperta a tutti: spetta a noi agire contro gli effetti del cambiamento climatico.

 

 

Maria Bruno

BIBLIOGRAFIA

Lacoue-Labarthe et al., 2016. “Impacts of ocean acidification in a warming Mediterranean Sea: An overview” Regional Studies in Marine Science 5 (2016) 1–11

Shihori Inoue et al, 2013. “Spatial community shift from hard to soft corals in acidified water”. Nature Climate Change 3(2013) 683–687

 

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