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Le api europee (Apis Mellifera) sono tra gli impollinatori più preziosi a livello mondiale, giocano infatti un ruolo cruciale per il mantenimento della biodiversità attraverso la pollinazione di numerosi tipi di piante. Per questo ritengo importante approfondire il rapporto api e cambiamenti climatici.

Secondo le stime dello studio internazionale condotto nel 2016 dalla Intergovernmental Science-Policy Platform on Biodiversity and Ecosystem Services, la produzione globale annuale di cibo che dipende direttamente dall’impollinazione vale tra 235 e 577 miliardi di dollari, senza contare che le piante agricole che richiedono l’impollinazione sono un’importante fonte di lavoro e di reddito, in particolare i piccoli agricoltori e le aziende agricole a conduzione familiare nei paesi in via di sviluppo.

L’impatto dei cambiamenti climatici sulle api

Le popolazioni di api negli ultimi decenni sono state messe a dura prova dall’agricoltura intensiva, che prevede l’uso di pesticidi sintetici, fertilizzanti, erbicidi e soprattutto neonicotinoidi, molto usati nelle coltivazioni di mais, che intaccano il sistema nervoso centrale delle api e ne compromettono l’olfatto, la memoria e il senso dell’orientamento.

I cambiamenti climatici stanno contribuendo alla diminuzione della popolazione mondiale di api, l’impatto è più evidente nelle regioni in cui l’aumento di temperatura è stato maggiore (come Spagna e Messico) ed ha superato il limite di tollerabilità per la sopravvivenza di svariate specie di api.

I problemi maggiori sono dati dal caos climatico, che ha visto protagonista anche l’Italia, con l’alternanza di forti piogge a periodi di siccità. Negli ultimi anni il nostro paese ha assistito al fenomeno della primavera anticipata, con svariate giornate di sole nel mese di Febbraio, che hanno spinto le api ad uscire dal periodo letargico e tornare attive nella ricerca di polline, il ritorno repentino del freddo ha causato la morte di un elevato numero di esemplari.

I cambiamenti climatici influenzano la distribuzione delle specie di fiori e costringono gli sciami di api a provare a spostarsi verso zone più vantaggiose. Questi spostamenti aumentano il rischio di contatto con agenti nuovi agenti patogeni che possono essere letali per alcune specie, così come era successo con la Varroa nel caso dell’Apis Mellifera.

Le piogge torrenziali degli ultimi anni hanno ulteriormente diminuito la quantità di polline disponibile per le api: in particolare i fiori di acacia non risultano più attrattivi per le api dopo la pioggia, in quanto il nettare è troppo diluito e non è più possibile raccoglierlo.

Le nuove condizioni climatiche hanno portato alla colonizzazione di nuove aree da parte di predatori delle api. Il gruccione, uccello che si nutre di api e imenotteri, originario della zona mediterranea, sta ampliando il proprio raggio di distribuzione, provocando gravi danni agli alveari. Un secondo esempio è un parassita, il coleottero dell’alveare (Aethina tumida), originario del sud Africa, si sviluppa sulle colonie di api da miele più deboli. Il parassita è stato importato negli Stati Uniti (probabilmente mediante le coltivazioni di agrumi) e ha aggravato i problemi degli apicoltori americani, soprattutto nelle regioni che sono diventate via via più calde e umide.

Il caso in Germani

Nel giardino botanico di Monaco è stata osservata la variazione della distribuzione di specie di api tra gli anni 1997/1999 e 2015/2017: il giardino botanico è un ambiente protetto, in cui è vietato l’utilizzo di pesticidi sintetici e altre sostanze nocive per la sopravvivenza delle api. La diversità e disponibilità delle piante dei siti di nidificazione nel giardino e nelle aree adiacenti sono rimasti sostanzialmente identici.

Tra gli anni 1997 e 2017 la temperatura a Monaco è aumentata di circa o,5 °C. Alla fine dello studio è stato rilevato un significativo aumento delle specie di api amanti del caldo in sfavore di quelle amanti del freddo.

Il giardino botanico è stato uno dei primi ecosistemi controllati che ha dimostrato come il cambiamento climatico possa influenzare fortemente e velocemente la distribuzione delle specie di api e influenzarne la sopravvivenza.

Cosa possiamo fare per aiutare le api?

Ognuno di noi può adottare dei semplici comportamenti che possono contribuire alla sopravvivenza delle api e degli altri impollinatori.

  • Fare una spesa consapevole .  Acquistare prodotti biologici, di stagione e da agricoltori locali: con la nostra spesa possiamo valorizzare i coltivatori che evitano l’utilizzo di pesticidi ed erbicidi, danneggiando il suolo e gli insetti impollinatori e incoraggiare l’agricoltura industriale a muoversi verso alternative sostenibili.
  • Non utilizzare prodotti chimici nel proprio orto e giardino
    Preferire prodotti organici come il compost al posto di fertilizzanti sintetici può fare la differenza! Esistono alternative naturali anche ai pesticidi, come gli insetti antagonisti: coccinelle e mantidi religiose sono un efficace rimedio contro i parassiti.
  • Piantare piante e fiori di cui le api sono ghiotte
    Soprattutto in città, dove le aree verdi scarseggiano, i fiori e le piante che decorano balconi, orti e giardini possono fare la differenza.
    Le api prediligono i fiori con cime singole come i tulipani, le calendule, le margherite e la lavanda, ma sono ottime fonti di nettare anche le piante aromatiche come rosmarino, aneto, pastinaca, coriandolo e erba medica. Gli scienziati hanno individuato il fiore preferito dalle api, la Vedovina maggiore, fiore che più di altri può dare ristoro e protezione alle api.

 

Il giardino perfetto dovrebbe presentare piante e fiori che fioriscono in diversi periodi dell’anno, senza dimenticare alcune zone in cui viene lasciata l’erba alta.

  • Creare un abbeveratoio
    Una ciotola poco profonda con all’interno qualche sassolino per permettere alle api di bere può diventare una vera e propria oasi, in particolare durante la stagione estiva.
  • Condividere e continuare ad informarsi 

Incoraggiare i propri conoscenti verso atteggiamenti consapevoli e sostenibili nei confronti delle api e dell’ambiente e soprattutto seguire le pagine di The Climate Route !

Alice Borello

 

 

Alice Borello

BIBLIOGRAFIA

Climate change: impact on honey bee populations and diseases, Y. Le Conte & M. Navajas, Rev. sci. tech. Off. int. Epiz., 2008, 27 (2), 499-510

Changes in the bee fauna of a German botanical garden between 1997 and 2017, attributable to climate warming, not other parameters, Michaela M. Hofmann, Andreas Fleischmann,  Susanne S. Renner, Oecologia (2018) 187:701–706, https://doi.org/10.1007/s00442-018-4110-x

Effects of climate change and habitat loss on a forest-dependent bee species in a tropical fragmented landscape, ANDRE NEMESIO, DANIEL P. SILVA, JO~AO CARLOS NABOUT and SARA VARELA, Insect Conservation and Diversity (2016) 9, 149–160,
doi: 10.1111/icad.12154

https://www.greenpeace.org/

https://www.ilmielebuono.it/

https://www.slowfood.it/beefriend-10-piccol-azioni-per-salvare-le-api/

 

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